Red Center

giovedì 13 maggio 2010

Il fuori programma

Ma veniamo al fuoriprogramma di stamattina...il piano era: guardare Uluru all'alba, fare il 'base walk' e ripartire alla volta di Alice con un paio di soste turistiche e una sosta per il pranzo.
Ieri Tom ci aveva detto che l'indomani non avremmo fatto l'intero circuito poiché non avremmo fatto in tempo a portare all'aeroporto Marina e quindi avevamo fatto il primo pezzo, il più interessante. Poi stamattina, all'alba, il suo collega lo ha rassicurato sul fatto che il rimanente pezzo di circuito poteva essere tranquillamente fatto in un ora e mezza. Quindi ci ha portato nel punto di partenza e ci ha dato appuntamento un'ora e mezza più tardi. La cosa bella è che dice chiaramente: 'nice and easy, no need to run'. E allora via, l'allegra brigata di ventuno persone, inglesi, tedeschi, francesi, italiani, cinesi, a zompettare attorno al pietrozzo. Subito si forma il gruppo di testa di inglesi e tedeschi che, timorosi di arrivare in ritardo, procedono
a passo spedito. Poi, ad alternarsi in seconda posizione, i tre italiani (io, Silvia e Marina, che è mezza tedesca) e due inglesi e una olandese. In coda, come sempre era avvenuto fino allora, i quattro compari cicimbalini. Si cammina e si cammina e il tempo passa. Noi lasciamo correre avanti il gruppo di testa, consci del fatto che ce l'avremmo fatta. Poi ci troviamo con dieci minuti di anticipo nel punto che pensavamo essere il punto di raccolta. Ma la nostra guida non c'è. Né il pulmino. Né il gruppo di testa. Dubbi, angosce, ambasce e perplessità ci affliggono per un paio di minuti. Guardiamo la mappa e ci rendiamo conto che il prossimo stop sarebbe stato fra quattro km. Guardiamo l'orologio e ci rendiamo conto che coprirli in cinque minuti sarebbe stata una storia buona per una leggenda aborigena. Roba da 'op op, gadget elicottero'. Marina era quella più preoccupata, visto che l'aereo lo doveva prendere lei. Io ero ugualmente preoccupato perché Tom aveva esplicitato che in caso di ritardo ce la saremo dovuta sbrigare da soli. Il che significava centocinquanta dollari a cranio. Cominciamo a camminare velocemente. Ad un certo punto mi giro e vedo il 'gruppo di testa'. Ma come? Ci facciamo raggiungere e ci dicono che il punto di ritrovo era effettivamente quello più avanti, ma era impossibile farlo in un'ora e mezza. Che festa! Marina comincia
a correre. Noi decidiamo di proseguire a passo normale. Poi, a trecento metri dall'arrivo, vediamo sfilare dalla strada asfaltata, ormai perfettamente visibile, il pulmino con dentro solo Tom e Marina.
Un boato di disapprovazione si leva dal gruppo. Dannazione. Ci sentivamo comunque sollevati del fatto che non eravamo gli unici ad aver scazzato. Arriviamo quindi al parcheggio e attendiamo pazientemente. Dei quattro cinesetti e degli altri tre nessuna traccia. Poi, dopo quarantacinque minuti di attesa vediamo arrivare come un miraggio il nostro amico Tom. Ci spiega che Marina ha perso l'aereo ma che è rimasta in aeroporto in attesa del prossimo. Quindi partiamo alla ricerca degli altri sette. Dopo un quindici minuti li troviamo. 

Morale della favola: dobbiamo fare le corse per riuscire ad essere ad Alice alle 16.20
perché quattro persone hanno un aereo da prendere. Ora sono le 15.44 e mancano circa quarantacinque km. Corri Tom!



ps: alla fine siamo arrivati alle 16.17.

Nessun commento:

Posta un commento