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giovedì 6 maggio 2010

Fiji

Eccomi qua nella terrazza dello Smugglers Cove a scrivere di questa vacanza alle Fiji nell'attesa di prendere il taxi per l'aeroporto. Ma partiamo dall'inizio.
Decolliamo da Sydney e personalmente esperimento il volo più desiderabile che uno potrebbe chiedere. Tre ore e venticinque a bordo di un aereo modernissimo. Ci siam guardati Hangover, film che fa sbregare dal ridere, ho giocato a poker...insomma, neanche mi son
accorto che ero a 10000 m.
Arriviamo a Nadi, capitale delle Fiji, e affrontiamo da subito la calura fijiana. La navetta dell'ostello ci porta all'ostello dove avevo prenotato e subito ci rendiamo conto che le Fiji sono parecchio montuose e verdi. La camera è pulita e il ristorante è eccellente e
tutto sommato economico. Nei giorni seguenti sarà il nostro sogno ricorrente...
Bene, arriva mattina e alle 6.30 siamo già pronti a colazionare e a partire alla volta del porto. Quattro ore di navigazione verso l'isola Matacawalevu, nel gruppo delle Yasawa Islands.
Il resort in cui soggiorneremo è un resort per backpackers condotto dai fijiani che vivono in uno dei due villaggi dell'isola. Dimenticatevi quindi i costosissimi resorts a cui a cui siete abituati a pensare parlando di Fiji. Solo rock and roll allo stato puro.
Insomma, alle 12.20 circa sbarchiamo nell'isola e siamo accolti da localz che cantano accompagnati da una chitarra. Veniamo portati nel nostro bure (bungalow) e ci invitano ad andare a pranzare. Quindi, affamati, andiamo. Mangiamo con la coppia di svizzeri che è sbarcata con noi. Ci portano quindi un piatto di spaghetti freddi con sugo di pomodoro, mais e qualcos'altro non ben definito. Finito di deglutire la pietanza, aspettiamo pazientemente il secondo. Secondo che non arriverà mai, come ci confermerà la coppia di svizzeri. Come non c'è il secondo...ho fame io. Sono ancora nell'età della crescita, devo mangiare! Zio can. In crisi ipoglicemica ci avviamo verso la bure camminando molto piano per risparmiare energie.

Se questa è la quantità di cibo media, le scorte di grasso finiranno molto presto!
Ora capisco perché e fijiani hanno questo andazzo e professano la 'religione' del 'take your time', 'not too fast', 'Fiji time'...zio can, non mangiano un cazzo. Però sono tutti belli grassottelli...uhm...
La spiaggia di fronte al resort è molto lunga ma il mare non è quello delle fotografie...c'è bassa marea e sinceramente sembra di essere a Sottomarina. Un po' depressi e con l'ipoglicemia galoppante facciamo una passeggiata lungo la spiaggia. Il tutto sempre molto lentamente.
Passiamo di fronte a un villaggio dove la poca vita che vediamo sembra scorrere molto pigramente. Non è mica stressata 'sta gente qua! Vivono con molto poco e si accontentano. Alle sei di sera buttano un paio di lenze e se beccano il pesciotto, bene, altrimenti amen. Zio can! Fiji time!
L'acqua è bassa per centinaia di metri e calda come il brodo che fa mia nonna Angela.

Dopo aver passato il pomeriggio a prendere il sole ed essenzialmente a non fare una benemerita fava, ci prepariamo per la cena: doccia fredda (fredda!) con acqua desalinizzata (quindi salata) e via alla capanna di lamiere che funge da ristorante, bar, reception, cucina e deposito bagagli.
Il piatto che arriva sembra anche invitante: riso bianco, carne a mo' di spezzatino e un po' di verdure saltate.
Assaggio la carne…"che strana", penso…non ha nessun sapore conosciuto alla mia bocca. Chiediamo ai compari svizzeri e alle due ragazzotte inglesi se sanno di cosa si tratta e rispondono che, a detta del cuoco, è pollo.
Un pollo a cui hanno dato da mangiare cose strane, penso io. Oppure morto di cattiveria. Ma soprattutto…un pollo minuscolo vista la grandezza delle ossa.
La Silvia va in crisi. "Oddio, questo è topo…io non lo mangio…sà di fegato!".
"Ma va làààà"- dico io - "questa è un isola! Non ci sono topi nelle isole!".
Non passano due minuti che vedo un ratto camminare su una traversa di legno della baracca. Zio fantastronzo!
Ma la fame è veramente troppa, quindi mi pappo la mia carne e quella della Silvia. Che fosse stato cane, gatto o topo, era fottutamente commestibile. Ci sono tabù che è ora che cadino. 
Rock and roll!
Non ci sono attività la sera quindi parliamo un po' con gli svizzeri e poi andiamo a letto. Ore nove, per la cronaca. Il sole è tramontato da tre ore e mezza.
La mattina ci si sveglia presto, causa raggi di sole che fanno capolino tra le tende.
Usciamo dal bure e ammiriamo finalmente il mare da cartolina che aspettavamo a pochi metri da noi. Alta marea.
La colazione è soddisfacente e abbondante: la speranza di un futuro migliore si ravviva.
Le giornate passano alla stessa maniera:
breakfast, prendere il sole, sguazzare sull'acqua, prendere il sole, cazzeggiare, pranzo, prendere il sole, sguazzare, prendere il sole, cena, letto.
Abbiamo poi fatto visita alla Blu Lagoon, l'isola dove hanno girato l'omonimo film e un giorno abbiamo noleggiato il kajak (tanto perché avevamo energie da sprecare!!!!).
A parte il primo giorno e il pranzo della domenica, dove hanno messo su la pasta la mattina alle otto e l'hanno scolata tornati da messa alle undici e trenta, con il cibo si è andati meglio (come qualità). Io poi mi salvavo in corner perché la Silvia avanzava sempre qualcosa.
Ed è per questo che il ristorante dello Smugglers è stato il nostro sogno ricorrente.
Però abbiamo passato dei bei giorni. 
Vivere un esperienza alle Fiji senza le comodità a cui si è abituati (per esempio elettricità solo dalle 18 alle 22.30) fa apparire tutto più autentico, più vissuto, più "raccontabile".
Un resort extralusso avrebbe fatto sembrare il soggiorno troppo simile al soggiorno che abbiamo fatto a Cuba. Non che disprezzo le comodità, per carità.
E' solo che, a pensare bene, andare in un resort cinque stelle a Cuba avrebbe lo stesso effetto di un resort cinque stelle alle Fiji. Non cambia granché.
Vabbè…passiamo ad altro.
Abbiamo conosciuto una coppia molto simpatica di austriaci con cui abbiamo legato di più e con cui ci siamo ripromessi di rivederci nelle rispettive dimore una volta tornati in Europa.
Anche loro come gli svizzeri erano in giro per il mondo da quattro-cinque mesi (sud-est asiatico, australia, fiji, USA…zio stronzo) perché l'azienda dove lavoravano stava fondamentalmente andando a puttane e aveva data l'opportunità di sfruttare un periodo di aspettativa (però con paga minima) fino a che le cose non avessero girato in meglio.
Va proprio a gonfie vele l'economia da quelle parti, ahn?!?!?!
Comunque 'sti qua hanno preso l'occasione e sono partiti per un world trip. Chiamali stupidi!
Bella lì, oh ragazzo austriaco dal nome impronunciabile…ci vediamo a Venezia o a Vienna!
Stasera torniamo a Sydney e domattina ripartiamo alla volta di Alice Springs. Da Alice Springs poi andremo direttamente a Melbourne per la Great Ocean Road.
Il prossimo post alla fine della settimana prossima.
Bula! (ciao in Fijano)

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